MILANO

LETTERA DI GIOVANNI 
  ANTONIO QUATTROCCHIO
  AL SIGNORE DI 
  MILANO FILIPPO MARIA VISCONTI. (1402-1447)
  COMMISIONE ESEGUITA L' 8 MARZO 1412
Giovanni Antonio Quattrocchio 
  supplica l'illustrissimo Principe di riconoscere il giuramento di Dionisio de 
  P..... ex Nunzio Apostolico, in merito ad una testimonianza portata con una 
  relazione, riferita all'esistenza di certe lettere ducali datate 26 gennaio 
  che egli avrebbe visto e che contenevano, come lui stesso dice, l'estensione 
  del perdono a un servo di Giacomo Romano prevosto di S. Antonino, il quale, 
  come si evince dagli atti del processo a suo carico, risulta essere un traditore 
  tra i fedelissimi servi.
  Giovanni Antonio Quattrocchio supplica dunque il 
  Principe di richiedere a detto Dionisio il giuramento verbale circa quanto sostiene 
  nella relazione e chiede ancora di ordinare che il contenuto di quelle lettere 
  ducali sia, per conseguenza, ottemperato, nonostante ordini contrari.
(Ringrazio il Signor Carlo Quattrocchio di Milano, caro amico di mio padre Gildo, con cui ha condiviso l'amore per la ricerca storica, che ha reperito questo documento e le notizie della località Quattrocchio (Coli), di Felice Quattrocchi di Mantova, del tenente Ottavio Quattrocchi di Castelfranco Emilia e dei patrioti Stanislao Quattrocchi di Roma e Gaetano Quattrocchi di Palermo.)
Quaderni dell'Istituto 
  di storia dell'architettura - Università di Roma. Istituto di storia 
  dell'architettura - 1995
  ... proposito nell'archivio della famiglia presso l'Archivio di Stato di Milano. 
  
  Su questo filone principale si innesta in modo organico la presenza dei Pio 
  di Savoia e in modo più contenuto quella dei Crivelli e dei Quattrocchi. 
  
FRAMMENTO TRATTO DALLA BIBLIOTECA CIVICA DI PADOVA
155. De vita religiose per exempla instituenda, in:Exempla virtutum et vitiorum, atque etiam aliarum rerum maxime memorabilium (pp.1176-1442)Basileae, 1555.I.3521.Sul front.: note di possesso di mano diversa del sec. XVII, in testa "A. [D.] Petri Quattrocchi donum", accanto alla marca tipografica "Est conventus p.p. Reformatorum Sancti Caroli Paduae, in calce nota di possesso cancellata con righi a penna Ex libris Scipionis 156. GiudittaMilano /Hefti,2001.
RACCOLTA D'AUTORI CHE TRATTANO DEL MOTO DELLE ACQUE DEL PO - 1768
..così sono molti Chiaviconi , di straordinaria grandezza, lungi il Pò e segnatamente quelli colà sul Mantovano, che verso la foce dell'Oglio scolano il Cremonese, oltre delle ad essi più vicine ed aggiacenti Campagne . Notabile fra questi Chiaviconi è quello detto de i Quattrocchi o Guglielmina, formato con una squisita Architettura, e di una grandezza rimarcabile; si porranno alcune misure di tal fabbrica perché si possa concepire la di lei mole, e queste rilevatesi nella Visita generale del 1719, di cui altrove si è fatta menzione. L'altezza degli archi degli occhi fu trovata dalla soglia piedi 11. 2. 6 di misura di Bologna, la lunghezza intiera della fabbrica piedi 77 e mezzo , la lunghezza delle trombe o volti sotto dei quali discorre l'acqua piedi 45 , largo ciascun occhio piedi 5 , la larghezza del prospetto di tutti e quattro gli archi piedi 30 contigua ad essi archi, ma presa nell' ultimo lembo superiore piedi 33 , e nell'ultimo inferiore piedi 36 e mezzo.
Alla Chiavica di Quattrocchi dirimpetto alla terra di Ariano piedi cinque, once nove, e minuti due. Alla cala di Carlo Antonio Nicolai once otto..
MANTOVA

Mantova, Archivio di Stato - Archivio Gonzaga
Gerolamo Quattrocchio PENNACCHIARO risulta tra gli Artefici Spesati della Corte di Mantova.
Il Duca di Mantova a Cesare d'Este: «Vostra Eccellenza si può promettere... » Abstrct : Il Duca di Mantova assicura della bontà della raccomandazione fattagli da Cesare d'Este per Quattrocchi Pennacchiaro. Provenienza: Modena, Archivio di Stato - Archivio Segreto Estense - Segnatura Originaria: - Canc. Duc., Cart. Principi, Mn, b. 1189, 2 cc. n.n. Note: Cfr.doc C375, P126 per le vicende del Quattrocchi divenuto Pennacchiaro del Duca. Chiave: Pennacchiaro Comici: - Persone notevoli: Duca di Mantova, Cesare d'Este, [Gerolamo] Quattrocchi. Luogo: Mantova - Data inizio: 26/6/1590 - Data fine: N/D. Categorie: 4.1.7 Costumi e oggetti di scena
Definizione: Pagamento - Luogo: Mantova - Data inizio: 1/1/1587 - Data fine: 31/12/1591 - Categorie: - 4.1.7 Costumi e oggetti di scena - 4.3.3 Compensi e Guadagni. - Pagati, da parte di Aurelio Pomponazzi per conto del Duca di Mantova, L 275 a Girolamo Quattrocchio pennacchiaro per penne per Sua Altezza. Data inizio: 2/1/1593 - Data fine: N/D
Serie di corrispondenza: 
  Venezia. Data: 1593/01/23. Mittente: Pomponazzi (Aurelio), Protonotario. Destinatario: 
  (Petrozzani Tullio, Monsignore Primicerio, Consigliere Ducale) . Argomenti: 
  Informazione Mercato Oggetti: categoria: Gioielli oggetto: gioia categoria: 
  Materiali oggetto: smeraldo categoria: Materiali oggetto: lapislazzuli categoria: 
  Arredi oggetto: scrittoio specifica: scrittoio con lapislazzuli Personaggi: 
  Gonzaga Vincenzo I, duca di Mantova Quattrocchio 
  Girolamo, pennacchiaro ducale Lercaro 
  Francesco, signore Otti (famiglia). Prati Glossario: 
  voce: scrittorio: descrizione: scrittoio (Battaglia scrittoio, scrittorio). 
  Voce: lazzuli: descrizione: lapislazzuli 
  (Battaglia lapislazzuli).Voce: pennacchiaro: descrizione: artigiano specializzato 
  nella lavorazione di penne e piume di volatili (Ferrari pennacchiario).Regesto: 
  Segnalazione di uno Scrittoio con Lapislazzuli; 
  mostra degli Smeraldi 
  di sua Altezza; sollecito per il 
  pagamento di un "Pennacchiaro"; 
  negozio delle 
  gioie del Lercaro.
  Fonte: un Hebreo(1) m'ha fatto veder un scrittorio dove sono pezzi di lazzuli 
  della grandezza della carta ovata che sarà con questa, et una tavola 
  simile al scrittorio, che per mio giuditio è cosa bella per la grandezza 
  dei pezzi. Fu fatta per mandar al turco, et dall'annessa lettera d'esso hebreo 
  sua Altezza(2) potrà intender meglio li particolari, ch'io n'avviso ad 
  ogni buon fine. Li signori Otti hanno voluto ch'io faccia riveder li suoi smeraldi 
  ad altri, di che li ho compiacciuti et quasi universalmente ricavo che sono 
  gioie belle et buone, di prezzo, ma che non se ne trovarà danaro a venderle. 
  Il pennacchiaro che diede la robba al Quattrocchio(3) 
  insta alcuni giorni sono per essere pagato et io non so che dirgli, perché 
  s'aspettava risposta da esso Quattrocchio della 
  mente di sua altezza, et il debito è de ducati 47 1/2. Il signor Francesco 
  Lercaro sta aspettando che sua altezza lo favorisca nel modo che scrive 
  con l'annessa, nel particolare delle sue gioie, le quali intendo che non vol 
  vendere, poiché 'l contratto del feudo è andato a monte, dice 
  egli per causa del signor Prato. L'ho 
  incaminato a rittaccar la pratica, ma lo vedo lontano, sua altezza è 
  prudentissima et sa quello che conviene al giusto et alla reputatione suadomani 
  penso che sarò col signor Lercaro et vedrò di mover qualche pietra 
  nel particolare del feudo, però come da me et seben non ho ordine da 
  sua altezza, credo però che seria suo servitio ad haver sudditi di tal 
  qualità (4)
  Note: (1) David de Pomis; cfr. SERMIDI 2003, pp. 
  167-168, doc. 210.
  (2) Vincenzo I Gonzaga.
  (3) Girolamo Quattrocchi.
  (4) Mantova, 27 gennaio 1593, Corte a Pomponazzi [Aurelio], 
  ambasciatore: "...non pare a sua altezza di risolversi quanto al scrittorio 
  da vostra signoria reverendissima scritto se non ne vede uno dissegno o ritratto 
  così in schizzo..." (ASMn, AG, b. 2235).
COMO - BELLAGIO

COROGRAFIA DELL'ITALIA -Pagina 517 -di Giovanni B. Rampoldi - 1834
QUATTROCCHIO , nome di luogo nella prov. di Como, dist. di Sangiovanni, presso Bellagio, in vicinanza alla riva orientale del Lago Lario. Il suo nome gli deriva da un elegante casino unito alla Villa Ciceri.
Alcuni fogli sparsi - di Giuseppe Parini - 1884
Qui la tradizione ce lo ricorda solito passare giorni di primavera nel Casino de' Quattrocchi, ora atterrato, e che faceva parte della elegante Villa dei Ciceri, degna in allora di essere ricordata dal Giovio tra le sontuose del luogo.
BERGAMO

CODICE DIPLOMATICO LOMBARDIA MEDIEVALE-SECOLI VIII-XII-( 1089 )
Area bergamasca > Bergamo, Pergamene aa. 
  1059 (?)-1100 >Biblioteca Civica -Fondo pergamene-Originale, 2426. Cit.: 
  JARNUT, Bergamo, pp. 144, 192-193 nota 221; MENANT,Campagnes lombardes, pp. 
  186 nota 63, 190 nota 74. Le peculiarità paleografiche e di dettato consentono 
  di attribuire il documento al notaio Lanfranco VII, non costituendo ragione 
  dirimente la presenza delle forme condam invece di quondam e accepisse anziché 
  accepissem. Malgrado la forma soggettiva la sottoscrizione di Arnaldus iudex 
  è di mano del rogatario. 
  In Christi nomine. Anno ab incarnatione domini nostri Iesu Christi millesimo 
  octuagesimo nono, | mense novembris, inditione tertiadecima. Constat me Petrum 
  filium condam Celsonis, de civitate | Pergamo accepisse, sicuti et in presentia 
  testium manifestus sum quod accepi a te Berlin | da filia condam Oddoni, de 
  loco Iussianica, nora mea et sponsa Iohanni filii mei, argenti | denarios bonos 
  libras duodecim, finito pretio sicut inter nos convenimus pro petia una de terra 
  cam | piva iuris mei quam habere visus sum foris ipsa civitate ubi dicitur ad 
  Teges; coheret ei: a mane | mihi reservo, a meridie Petri Calcanioli, a sera 
  de Quattuor Oculis, a montibus rivus aque; et est | per mensuram 
  iustam illa quam tibi dare videor tabule duocentum. Que autem suprascripta petia 
  de terra campi | va sicut supra legitur cum superiore et inferiore seu cum fine 
  et accessione sua in integrum a presenti die in | tua qui supra Berlinda nora 
  mea et cui tu dederis tuique heredes persistat potestate iure proprietario | 
  nomine habendum et faciendum exinde quicquid volueritis sine omni mea et heredum 
  meorum contraditione. | Quidem spondeo atque promitto ego qui supra Petrus una 
  cum meis heredibus tibi qui supra Berlinda et cui tu dederis | tuisque heredibus 
  suprascriptam venditionem omni tempore ab omni contradicente homine defensare; 
  et si defendere non po | tuerimus aut si contra hanc cartulam agere quesierimus, 
  tunc suprascriptam venditionem vobis in duplum restitu | amus in eodem vel in 
  consimili loco, quia sic inter nos convenimus. Actum suprascripta civitate Pergamo. 
  
  Signum: manus suprascripti Petri qui hanc cartulam fieri rogavit. Signum: manibus 
  Petri et Leobardi seu Gaiti testes. + Arnaldus iudex interfui et subscripsi. 
  -Lanfrancus notarius scripsi, postraditam complevi et dedi. 
DIZIONARIO TOPOGRAFICO DEI 
  COMUNI COMPRESI ENTRO I CONFINI NATURALI D'ITALIA
  di Attilio Zuccagni-Orlandini - 1861
BERGAMO (Lomb.) Prov. di Bergamo; circond. di Bergamo; mand. di Bergamo. Il suo territorio più o meno montuoso ed alpestre, e pianeggiante nella sola parte meridionale è ciò nondimeno ricco di prodotti : di cereali cioè in gran copia, di vini, di legumi, di fieno, di castagne, di olj di oliva, di noce o di ravizzone : molto stimata è la seta e vi si escavano ferro ed altri metalli, marmi, e ligniti. Lucroso smercio vi si fa altresì di legname da costruzione e legna da ardere e di carbone. Nei pascoli montuosi trovano buon alimento numerose mandre caprine e pecorine, dando ottimi formaggi e lana in gran copia, convertita in panni nella manifattura del paese. Ai prodotti dell'agricoltura e dell'industria debbono aggiungersi quelli della caccia oltremodo abondante nel bergamasco. Rinomate sono le sue officine di ferro, le quali erano decadute da varj anni per la gran quantità che se ne portava dalla Carinzia, e dalla Stiria. Molte sono le officine di seteria e le cartiere, e rinomate le fabbriche di organi. L'origine di Bergamo è vetustissima, poiché risale al tempo degli Orobii, così chiamati dai greci montanari. L'antiquario Rota vuole Bergamo assai più antica di Roma, di Milano, di Cremona e di altre città: se non che recentemente il Rota vuole di Bergamo fondatori i galli dopo aver discacciati di là li etruschi. Certo è che due secoli prima dell'era volgare passò Bergamo sotto il dominio romano, e nel sec. IV i suoi abitanti abbracciarono il cristianesimo. La forte posizione di questa cittìà la rese esente dalla devastazione dei barbari ; poi i Longobardi ne fecero un Ducato, se non chè verso la fine del sec. IX Arnolfo Re di Germania scese in Italia a combattere Berengario, assediò Bergamo, e poi l'abbandonò al sacco delle sue feroci soldatesche selvagge. Nel successivo sec. X fu anche più orribilmente maltrattata dagli Ungheri e poi da Rodolfo di Borgogna, tutti competitori di Berengario: ciò produsse nei Bergamaschi quell'eccitamento d'amor patrio per cui furono dei primi a promuovere il governo municipale dei comuni, quindi presero parte alla famosa Lega lombarda che nel 1167 venne a costituirsi in Pontida, cioè nel loro territorio. Al tempo delle fazioni che più tardi si suscitarono, si diportarono i Bergamaschi da prodi, ma talvolta caddero nel fanatismo: quindi buone e cattive fortune, alle quali moleste vicende trovarono riposo sottoponendosi nel 1428 a Venezia, accomandigia approvata anche dallo Sforza col trattato di Lodi del 1454 per le cure del frate Simonetta. Sul cadere del decorso secolo XVIII i francesi entrarono in Bergamo, e questa città seguì poi la sorte di Milano.
VOGHERA

Historiae patriae monumenta - 1895
... Arcus Quatuor oculi, Petrus Pizinus de ...
Doc. vogheresi dell'archivio di Milano
A Voghera i Quattrocchio sono presenti almeno due anni prima ove Giovanni è teste in istrumento del 13 febbraio 1153 con cui i fratelli Richizano vendono beni ivi al monastero di S. Maria Teodota di Pavia (Doc. vogheresi dell'archivio di Milano, 99);
Arco Quattrocchi è teste in atto del 28 maggio 1183 con cui i Ponticelli, padre e figlio, cedono al monastero del Salvalore beni nell'omonimo luogo di Monticelli (Doc. di Pavia relat. a Voghera, 72);
Giovannone è teste in atto dell'8 gennaio 1231 con cui l'abate di S. Marziano di Tortona revoca l'elezione di Rollario Cetta a console di Cagnano ed elegge Pietro Rossi (Doc. tortonesi relat. a Voghera, I, 115)
L'INDUSTRIA COTONIERA IN PIEMONTE NEL SECOLO XIX- Pagina 9 di Valerio Castronovo

Fratelli G. e M. Bordis 1788 Voghera G. Quattrocchio 1790 Breme CG Arrigo 1790 Oleggio D. Gola 1791 Cassine C. Pera '79' ...
VOGHERA 
  - I primi insediamenti sul territorio ora occupato da Voghera risalgono al Neolitico 
  e sono dovuti, probabilmente, al clima mite e alla presenza di corsi d'acqua. 
  L'antica Voghera viene riconosciuta nella romana 
  Iria, erede di un precedente villaggio abitato da popolazioni iberiche, celtiche 
  e da Liguri Iriati (da cui ebbe origine il toponimo). Nel corso degli anni è 
  probabile che l'insediamento venne ripetutamente devastato dal passaggio di 
  vari eserciti, tra i quali quelli di Massimo Magno Clemente (387 d.C.), di Attila 
  (452), dei Borgognoni e dei Rugi (fine IV secolo), e più volte ricostruito. 
  Alla fine del VI secolo Iria ritorna ad essere un villaggio, un vicus 
  per l'appunto, ed è in questo periodo che il nome si modifica, dando 
  origine a quello attuale: Vicus Iriae poi volgarizzato in Vicus 
  Eira e quindi Viqueria. Il borgo medioevale viene edificato 
  sui resti dell'antica colonia romana.
  Con l'occupazione francese (1796) Voghera, come capoluogo di circondario, appartiene 
  prima al dipartimento di Marengo e poi a quello di Genova. Il 22 giugno 1815, 
  a seguito della restaurazione sabauda, ritorna al Piemonte (nuovamente come 
  Provincia)dopo l'annessione della Lombardia al Piemonte (1859), la Provincia 
  di Voghera, insieme alle vicine di Lomellina e di Bobbio, entra a far parte 
  (come circondario) dei territori con i quali viene costituita la provincia di 
  Pavia.
  Venne duramente colpita dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, 
  a causa della sua posizione "strategica" all'incrocio tra le direttrici 
  Milano-Genova e Torino-Bologna. 
BOBBIO

ARCHIVIO DI SAN COLOMBANO - BOBBIO LISTA NOBILI FAMIGLIE 1553 - 1611
Ed in conferma delle eloquenti parole del sig. marchese Senatore circa quelle nobili emigrazioni in Bobbio, daremo qui l'elenco alfabetico delle antiche famiglie estinte o vigenti, che trovansi descritte in una pergamena dell'anno 1611, la quale si rinvenne nell'Archivio di San Colombano qual prova evidente dell'italianità dei casati che fino a quei tempi formavano la popolazione bobbiese
1 Albedi - 2 Alpegiani - 3 Alveraldi - 4 Amici - 5 Aurigi 
  (De) - 6 Buccarini - 7 Baccigalupi - 8 Budelli 9 Ballerini- 10 Barba vari - 
  11 Barbarini- 12 Bellocchi -13 Berni -14 Berni da Villori -15 Bertolasii -16 
  Bensì -17 Berni -18 Bertoni -19 Borgo Deli -20 Boccatii -21 Boioli -22 
  Boriotti -23 Borelli -24 Bozzelli 25 Brugnatelli -26 Brugnoni -27 Brugnelli 
  -28 Burcellarif -29 Caccia -30 Callegarii -31 Calamarii 32 Cambiagli -33 Cariiseli 
  -34 Caldini -35 Castelpelu -36 Castelli -37 Cavatina -38 Caviglioni -39 Cella 
  -40 Cerri -41 Campiani -42 Cicardi -43 Cicutis -44 Cigali -45 Cirgnali -46 Civardii 
  -47 Chiesa -48 Chiodi -49 Colleri -50 Colombii -51 Corti de RiillHtis -52 Correni 
  -53 Cozzii -54 Crovetti -55 Delborghi -56 Dellomo
  57 Donati -58 Draghi -59 Farinii -60 Flegarii -61 Folidonii 62 Follinii 63 Fraschetti 
  -64 Frassinelli -65 Galli -66 Gallacii -67 Garbarmi -68 Gentili -69 Ghigliani 
  -70 Giorgii -71 Giuliani -72 Grassi -73 Gravani -74 Guglielmetti -75 Lavagnini 
  -76 Liseli -77 Lopez -78 Losina -79 Losii -80 Lusardi -81 Luschis 82 Machiavelli 
  - 83 Maggi -84 Malaspina -85 Malchiodi -86 Manni -87 Megliorini -88 Maschii 
  -89 Massa -90 Monfasano -91 Montebruno -92 Monti -93 Monticelii -94 Morelli 
  -95 Mozzi 96 Nicelli -97 Nigrino -98 Oddoni -99 Opizzo -100 Oltramonti -101 
  Palmarini -102 Patentini -103 Pasquali -104 Perotti -105 Petranigra -106 Peveri 
  -107 Pianelli -108 Piazzoli -109 Piccoli -110 Pergni -111 Quattrocchii 
  -112 Respiggi -113 Bozzoni -114 Scaccalardo 115 Scaglioni -116 Scrocchii -117 
  Sbarbori -118 Spaggi -119 Spiritelli -120 Spissia -121 Silva -122 Tagliaferri 
  -123 Taffirelli -124 Tidone -125 Torri -126 Ulmelini -127 Ulmionus -128 Vagoli 
  -129 Valdelerba -130 Verme (Del) -131 Vintrii -132 Zarubianchi -133 Zandalasini 
  -134 Zanacchii.
  
  Tutte queste famiglie erano già stabilite in Bobbio fino dal 1533, e 
  molte di esse erano già doppie, cioè divise per rami, cosicchè 
  60 delle medesime pagavano il canone enfiteutico al monastero di S. Colombano, 
  ed altre si erano già in parte liberate di tale servitù.

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